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Il Duca e il suo castello (finale)


di PassPa
19.10.2024    |    2.929    |    7 9.2
"Mi sorrise e mi disse di avvicinarmi, invitandomi a raggiungerlo dentro il letto..."
Ero stanco, ovviamente, ma desideroso di capire come si sarebbe conclusa la serata. Avevo già fatto il pieno di sborra. Ne avevo presa tanta sia dentro il culo che in faccia o in gola. Avevo provato nuovamente i sapori e le consistenze di tutte quelle sborrate, riconoscendole avendole già provate. Ora ero di nuovo pulito e pronto per il rush finale.
Mancavano il Duca e il cameriere (chiedo scusa se nel finale della parte dieci ho scritto che mancava il cuoco).
Non sapevo chi avesse il numero cinque e aspettavo, anche se sospettavo che la parte finale sarebbe stata quella del Duca. E così era.
Si alzò il cameriere mulatto che avvicinandosi faceva dondolare il suo cazzo già eccitato dallo spettacolo e dalla succhiata del ragazzo che aveva ai suoi piedi. Aprì il suo pacco e ne tirò fuori un altro dildo ma di forma diversa. Era formato da una sequenza di palline che crescevano di misura e legate da una corda. In tutto erano cinque. Sorridendo si avvicinò e, come ormai sapevo, iniziai a spogliarlo mentre il suo cazzo mi ballava sul viso. Il suo cazzo era proprio bello. Non lungo come sapevo, ma spesso e carnoso, con le vene molto pronunciate laterali. Gli sfilai i pantaloni mettendo a nudo le sue cosce grosse e di marmo e alzandomi gli sbottonai la camicia e mentre lo facevo gli presi in bocca un capezzolo che era molto grosso e dove pendeva l’anello luccicante. Nudo e con quella luce la sua pelle ambrata risaltava sempre più e l’eccitazione che evidentemente già era alta faceva splendere quel corpo. Mi afferrò il viso, quasi a volermi soffocare e mi attirò a sé iniziando a leccarmi la faccia. I suoi folti baffoni mi strusciavano sulla pelle ed era magnifico sentire la sua lingua che era come se mi volesse assaporare e mangiare. A volte non mi lasciava respirare ma io lo lasciavo fare. Alternava leccate a sputate e dopo un po' sentivo la sua saliva che mi colava dal viso al collo e sul petto tanta ne aveva prodotta. Sempre tenendomi la testa stretta cominciò a farla scendere sul suo corpo e io lo leccavo. Le ascelle, i capezzoli, il petto, l’addome sino a quando giunsi alle sue grosse palle che leccai con gusto. Mentre leccavo mi lasciò la testa e capii che le mani stavano facendo qualcos’altro. Stava passando del lubrificante nella serie di palle che da lì a poco avrebbe usato dentro di me.
Infatti subito mi afferrò e mi stese per terra sollevandomi le gambe e mettendo in mostra il buco del culo. Ci infilò prima delle dita e subito dopo, visto che ormai era stato aperto a dovere, iniziò a infilare la fila di palline, ad una ad una. Le prime quasi non le sentii, ma la quarta e l’ultima le sentii decisamente. Una volta dentro iniziò a girarle per farmele sentire per bene. La sensazione era nuova e per niente spiacevole, anzi. Poi le lasciò dentro e mi mise a quattro zampe, conducendomi al centro della scena con il culo rivolto agli spettatori. Lui si posizionò davanti a me e abbassandosi di poco mi infilzò la gola con il suo grosso cazzo. In quella posizione mi scopava mostrando la sua forza al pubblico e io scodinzolavo con il filo che usciva dal buco del mio culo. Mentre mi scopava si chinò in avanti e iniziò a tirare fuori le palline una ad una, piano piano facendomi sentire il passaggio dall’anello e suscitando applausi dal pubblico che si stava eccitando molto e aveva iniziato a scopare nelle bocche dei poveri ragazzi. Quando ebbe tirato fuori l’ultima pallina mise dentro tre dita di colpo e io sobbalzai cosa che mi fece ingoiare il cazzo più a fondo. Lo tenne così per un po' e poi lo tirò fuori. Mi tirò di lato e si spostò dietro e mi impalò di colpo facendomi fare un salto in avanti. Mi afferrò i fianchi e iniziò quella che capii essere la corsa finale. Iniziò un grido animalesco e quando cominciò a sborrare dentro di me le sue grida erano da toro vincente. Quando si fu svuotato tutto restò fermo dentro sino a quando non riprese fiato e tirò fuori il suo cazzo che non aveva perso durezza. Si avviò anche lui alla doccia e mentre io mi distesi per terra arrivarono i soliti ragazzi per il trattamento di pulizia. Lo fecero a fondo, forse perchè il prossimo, ed ultimo, era il Duca.
Il Duca si alzò con il suo pacco in mano. Si avvicinò a me e ancora prima di aprire il pacco mi sollevò il viso baciandomi dolcemente e carezzandomi. Ero felice di questo segno di approvazione, voleva dire che ero stato all’altezza.
Dopo aprì il pacco e ne tirò fuori una corda e un imbuto. Mi stranizzò soprattutto l’imbuto, ma sapevo che aveva un uso preciso.
Il Duca mi sollevò come se non avessi peso e mi mise in posizione tale che aveva il mio buco del culo a portata di bocca. Iniziò a leccarlo, dentro e attorno. A mordicchiarlo e a pizzicarlo. A schiaffeggiarlo. Io a testa in giù godevo. Sentivo il suo potente cazzone duro che premeva sul mio petto, e mi tenevo alle sue gambe per sorreggermi. Dopo un po' di questo trattamento mi mise giù in ginocchio e mi legò le braccia ben strette dietro la schiena. Si mise davanti e mi diede il suo cazzo da leccare e succhiare. Come già avevo avuto modo di provare era grosso e spesso ma ormai ero allenato e lo prendevo quasi tutto in bocca. Quando decise che era abbastanza umido mi girò dietro e tenendomi per la corda mi penetrò tutto di un colpo. Nonostante fossi ormai largo lanciai un grido per la violenza. Ma il piacere mi pervase subito. Iniziò a scoparmi tenendomi per la corda, altrimenti sarei caduto in avanti. Sembrava un torero che monta sul toro per dominarlo. All’inizio piano e poi sempre più accelerato capivo che godeva. Non capivo cosa avrebbe fatto con l’imbuto. E come per rispondere alla mia domanda lo prese e me lo infilò in bocca. Ero in questa posizione oscena e sottomessa aspettando…
Chiamò ad uno ad uno la servitù chiedendo loro di avvicinarsi e scaricare il loro piscio dentro l’imbuto e quindi dentro di me. Ero spaventato devo dire. Non sapevo come avrei potuto ingioiare tutto quel piscio. Ma la posizione non mi permetteva di fare altro. Per primo arrivò il cuoco che tenendosi in mano il cazzo iniziò a scaricare piscio dentro. Dovetti iniziare a bere, anche se la quantità era tale che molta usciva o dai bordi della bocca o dall’imbuto stesso. Appena finì si scrollò il cazzo su di me e lasciò il posto agli altri. Tutti e cinque fecero la stessa cosa e appena finì l’ultimo sentivo la pancia gonfia, anche se molta era andata fuori.
Pensavo che a questo punto il Duca avrebbe sborrato dentro di me e che lo spettacolo fosse finito. Ma c’era un ultimo numero che aveva pensato.
Sempre con il suo cazzone dentro che mi stantuffava e capendo che era eccitatissimo, data la durezza che sentivo dentro, chiamò i ragazzi e gli disse di masturbarsi e di sborrare sopra di me. Sul mio corpo e sul mio viso. I ragazzi che evidentemente erano eccitatissimi dalla serata iniziarono a menarsi i loro cazzi che anche se piccoli erano durissimi. In pochissimo tempo iniziarono a sborrarmi di sopra e mentre sentivo la loro sborra coprirmi si sentì l’urlo del Duca che mi farcì con una quantità di sborra inaudita.
Finito tutto, i ragazzi sparirono e il Duca uscì da me dicendomi all’orecchio che ci saremmo visti dopo.
Io ero sfinito e non sapevo che fare. Guardai la servitù e vidi che era rimasto solo il solito maggiordomo. Si avvicinò e mi disse di sciacquarmi velocemente visto che altrimenti avrei lasciato una scia si umori di tutti i tipi in giro per il castello e poi mi avrebbe accompagnato nella mia stanza per un bel bagno.
Così feci e arrivato nel mio bagno vidi che la vasca era già piena. Ci entrai e mi distesi. Era meraviglioso e il lavaggio fu bellissimo.
Ero felice e rilassato e dopo un’oretta circa uscii dalla vasca.
Mi asciugai e andai nella mia stanza. C’era il cameriere che mi aspettava, e mi disse di non vestirmi e di seguirlo. Lo feci e andammo nell’ala opposta del castello, nelle stanze del Duca. Bussò e ad un segnale aprì la porta e mi disse di entrare, augurandomi la buonanotte.
Il Duca era nel suo letto al centro della sua magnifica ed enorme stanza. Mi sorrise e mi disse di avvicinarmi, invitandomi a raggiungerlo dentro il letto. Lo feci, mi abbracciò e mi baciò, avvolgendomi con le sue forti braccia e stringendomi a sé. Mi disse solo che era stato un fine settimana fantastico e che sperava che io fossi stato bene e che magari ci sarebbe stata qualche altra occasione di vedersi.
Io risposi che ero stato benissimo, lo baciai e mi accoccolai sul suo petto. In quella posizione mi addormentai e nella stessa posizione mi svegliai l’indomani mattina.
Il fine settimana era terminato e il duca al risveglio mi baciò e mi disse che potevo andare nella mia stanza a vestirmi e che il maggiordomo mi avrebbe raggiunto per accompagnarmi a colazione e poi che il cocchiere mi avrebbe riportato alla stazione.
Così fu. Il maggiordomo e poi il cocchiere mi salutarono strizzandomi l’occhio e salii sul mio treno che mi avrebbe riportato a casa stanco, con il buco del culo molto più largo ma felice di avere accettato l’invito del Duca.
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